Mi accade di vedere il mio sguardo farsi strada da solo nella realtà circostante e, da solo, selezionare persone, particolari, scene d’assieme.
È l’inizio di una relazione emotiva tessuta talvolta attraverso un’interazione e un dialogo, talvolta mediante un “non detto emotivo”.
Una relazione che riempie e che appaga, che la mia parte sognante decide di conservare, come un tesoro d’immaginazione preziosa, spesso però senza confini e irreale, tale da rendere necessario
il soccorso della parte di me razionale, l’altra parte di me, che affinando, approfondendo, studiando, con i suoi diversi strumenti, rende il sogno reale e possibile.
In quel momento il mio scatto.